venerdì 27 marzo 2015

Antonio Caronia: relazione introduttiva convegno Un'ambigua utopia marzo 1979




Ma allora non avete capito: questo convegno è una trappola, ma per voi, non per noi.

Un'ambigua utopia è nata e si è sviluppata perché c'è un certo numero di compagni, militanti, ex-militanti, giovani e meno giovani di sinistra che leggono fantascienza.

Certo che il fenomeno "fantascienza" non sia isolato, ma affondi le sue radici in tutto il grumo dei nuovi comportamenti emersi con il femminismo, il '77, la crisi dei gruppi e della politica, è chiaro, 

Siamo su una via di ricerca, che ci porta a confrontarci

L'inica salvezza sta nei comportamenti, che si tratta di far crescere al di fuori di ogni ipotesi di mediazione, rappresentazione o direzione

Sull'onda della "teoria dei bisogni", abbiamo più volte proclamato anche noi: liberiamo il nostro bisogno di fantastico, pratichiamo l'utopia.

fino a che punto fatti, fenomeni come quelli che ho citato, incidono sulla nostra interpretazione del mondo

Pare che dopo tanti terremoti, non si dovrebbe, ma invece si ha ancora paura a dire che il re è nudo.

si resta attaccati a un'idea della rivoluzione, e della controrivoluzione come rivolgimenti violenti, collocabili, quantificabili,

Se la rivoluzione ci fosse già stata e noi non ce ne fossimo accorti?

Fluttuazione, indeterminazione, indecisione. Come potrebbe essere altrimenti? Questa società è basata sull'arbitrario dei codici. 

non esiste alcun metodo universale, diciamo così, descrivibile, per decidere se una certa proposizione di questo sistema logico è vera o falsa.

nessuna grammatica di una lingua naturale può essere formalizzata in un "automa a stati finiti", cioè in un calcolatore

Solo una cosa vorremmo scartare a priori, e lo diciamo con chiarezza, anche se forse è superfluo: ogni impostazione della questione in termini di "riflusso", "ripiegamento individuale"

A differenza del giallo o del rosa, che se ne fregano, la Fantascienza soffre di essere considerata letteratura di serie B

la fantascienza, come del resto tutta la letteratura fantastica è vero, gioca con l'immaginario, con il possibile

la fantascienza è in grado di parlarci in modo più interessante e profondo del nostro quotidiano: ce ne fornisce delle proiezioni su sfondi insospettabili, inediti, non ancora immaginati

il carattere religioso dell'utopia, e quello laico della fantascienza

L'immaginario della fantascienza non procede da un'idea originaria o ideale di Natura, ma prende le mosse da come il capitalismo in espansione ha trasformato e sta trasformando la natura.

Utopia e fantascienza, potremmo forse dire che fra le due si interpone, a segnare la distanza, proprio la rottura epistemologica introdotta dalla borghesia in ascesa

l'utopia moderna di uno sviluppo illimitato e tutto inglobante, e l'antiutopia satirica e drammatica, sono due facce della stessa medaglia

la distanza fra reale e immaginario sembra essersi ristretta fino a scomparire.

Sarà poco, ma credo che il meglio che possiamo fare, per il momento, è cercare di capire il più possibile.

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